La Parola del Vangelo ci fa comprendere quale sia la cifra del nostro rapporto con il Signore risorto…un cammino a due! Eh sì, perché il giogo di cui parla Gesù nel Vangelo comporta la capacità e la necessità di condividere il peso e di portare il medesimo passo! Il giogo, che secondo la tradizione rabbinica rappresenta la Legge, la Scrittura, ci ricorda che non possiamo vivere il Vangelo se non condividiamo la nostra quotidianità con Gesù: non possiamo pensare di imparare ad amare se non ci sentiamo amati da lui; non possiamo pensare di riuscire ad essere miti di cuore se non ci sentiamo accolti e riconciliati dalla sua mitezza; non possiamo vivere con umiltà i nostri rapporti se ci da fastidio il suo stile di vita umile. E se è vero che queste cose non sono state rivelate a sapienti e intelligenti, non possiamo avere la pretesa di una fede che faccia affidamento solo su ciò che comprendiamo e riusciamo a capire della Parola evangelica. Condividere il giogo, allora, significa entrare nel mistero di un rapporto dove con la fragilità causata dal nostro peccato e l’umiltà illuminata dalla sua presenza riusciamo a vivere al passo con lui, a sentire il suo sostegno, la sua presenza che non fa a meno di noi. Solo così troveremo ristoro perché il giogo che condivide con noi ci custodisce, ci da la direzione, ci tiene per mano e ci accompagna, ci protegge, non ci lascia soli, anche se ha a che fare con la fatica, la nostra fatica! Perché solo l’amore faticoso, quello sudato, da ristoro e dona pace.
Buona domenica!
don Nicola