Passare per crescere

I riti di passaggio nella vita dei ragazzi

Da venerdì 9 a domenica 11 dicembre si è svolto tra Sacrofano e Roma il convegno nazionale degli educatori ACR dal  titolo “Passare per crescere. I riti di passaggio nella vita dei ragazzi”. 

Convocati da tutto il paese, centinaia di educatori, membri d’equipe e responsabili si sono radunati presso la “Fraterna Domus” per riflettere su come accompagnare i ragazzi negli snodi importanti della vita, quelli che segnano per loro una tappa della crescita (il primo giorno di scuola, la nascita di un fratellino, un trasferimento, un lutto…).

Dalla nostra diocesi sono partiti, carichi di aspettative, Michela, Cristian, Simone, Francesca e Margherita dell’equipe ACR. Dopo un paio d’ore di macchina, qualche canzone alla radio, un bel po’ di chiacchiere e risate e la confusione del passaggio per il Grande Raccordo Anulare, sono approdati nella struttura in tempo per iscriversi e sistemarsi prima della Celebrazione Iniziale presieduta dall’Assistente Generale.

Durante l’omelia, mons. Gualtiero ha introdotto i partecipanti al tema del weekend in una riflessione che per sua stessa concessione si può riassumere con la  frase: “Passare voce del verbo lasciare, lasciare infinito del verbo crescere”. Ha ricordato quindi che cresce solo chi impara a lasciare, soprattutto chi si allena ogni giorno a lasciare se stesso.  

Dopo la preghiera, i presenti hanno ascoltato il saluto del Presidente Nazionale Giuseppe Notarstefano e sono stati accolti da Annamaria e Maurizio (Resp e Vice nazionali) per il primo momento formativo: un dialogo con Ignazio Punzi, formatore, psicologo e psicoterapeuta familiare. Stimolato dalle domande sul suo libro “I quattro codici della vita umana”, il professore ha portato tutti a riflettere sull’innata natura relazionale degli uomini, ricordando che nasciamo affidati come figli nelle mani e alla cura degli altri, senza i quali non possiamo vivere. 

Ma non siamo solo relazione, ha aggiunto Punzi. Siamo anche tempo perché le “offerte vitali” che ci arrivano dagli altri non possiamo accoglierle in un istante: c’è bisogno di un tempo lunghissimo per assimilare ciò che arriva dall’esterno e strutturare il nostro essere.  

Diventiamo così le esperienze che facciamo; “la nostra crescita è segnata dai passaggi che permettono agli otri vecchi di accogliere il vino nuovo”. 

Terminato l’intervento, e dopo una meritata cena, si è aperta la serata “Fuori Campo”.

Guidati dalle autorevoli voci di Gioele Anni e Pierluigi Saraceni (orgoglio di casa nostra!!!), gli educatori hanno compiuto un viaggio tra alcuni episodi sportivi che hanno segnato la storia e che restituiscono l’idea che sport è (o può essere) cura, testimonianza, protesta, lotta per i diritti di tutti. 

Il sabato è iniziato prestissimo. 

La colazione prima dell’alba e un viaggio in pullman verso Roma hanno dato il là ad una giornata lunga, ricca, un po’ complicata ma bella.

Prima la S. Messa nella basilica di San Giovanni in Laterano celebrata dal Cardinal De Donatis (“fate sì che i passaggi di crescita siano un addormentarsi nell’amore. Ogni passaggio sarà così un perdersi perché il criterio di ogni passo non sarà realizzare se stessi, ma la gratuità.”), poi una passeggiata sotto al diluvio per raggiungere la Pontificia Università Lateranense che ospitava i convegni del mattino.

Tre erano le aule da raggiungere, per altrettanti approfondimenti diversi: 

“Passare per crescere”, “Passare per credere”, “Passare insieme”.

A relazionare sul tema

 “Passare per crescere. I passaggi nella costruzione della propria identità. ”

 è stato il professor Andrea Porcarelli, docente di pedagogia generale e sociale all’università di Padova.

Tanti gli spunti di riflessione, tra cui: 

-“L’educazione è chiamata a dare all’uomo il suo significato umano”

-“Il bambino nasce già potenzialmente in grado di agire ontologicamente, ma può arrivare ad esplicare questa capacità solo tramite la presenza delle figure educative; per questo, l’educazione dovrebbe essere un progetto a termine; il fine dell’educazione è il raggiungimento della maturità e si spera che, prima o poi, la maturità arrivi.”

-“Per aiutare un bambino a costruire la propria identità occorre una persona già matura, una persona ADULTA. Questo non vuol dire che giovani in formazione non possano affacciarsi al mondo dell’educazione, ma avranno bisogno anche loro, per il tempo necessario, di una guida adulta.”

-“L’obiettivo dell’educatore è quello di rendersi progressivamente inutile, invisibile (perché vorrebbe dire che le persone a lui affidate hanno raggiunto la loro autonomia)”

I partecipanti al mini-convegno

 “Passare per credere.I passaggi nella vita di fede dei ragazzi.”

 hanno potuto ascoltare in videoconferenza Lucia Vantini, docente di filosofia e di teologia fondamentale.

Don Claudio Burgio (cappellano del carcere minorile di Milano e fondatore dell’associazione Kayròs), infine, ha accompagnato gli educatori a riflettere sul tema

 “Passare insieme. I passaggi e i riti vissuti insieme alla comunità” 

Ha posto l’accento su quanto sia importante la comunità nei passaggi della vita, una comunità che deve essere intesa non come un posto che ci fa stare bene, ma come un insieme di persone diverse da noi che ci aiutano a compiere dei passaggi… perché non si cresce con chi ci assomiglia. 

Ha portato i presenti a riflettere su quanto molte volte i passaggi non si vogliono affrontare perché ogni passaggio che si rispetti destabilizza e mette in crisi la nostra identità; ma la comunità in questo ci aiuta, ci stimola e ci incoraggia a metterci in gioco. 

Ha ricordato poi che la comunità è chiamata a partire dall’ascolto, a guardare l’inguardabile, a sradicare le etichette e che essa non può assolutamente spezzare il sogno di nessuno. Ognuno di noi affronta il passaggio per la persona che è, assumendosi, insieme alla comunità, il rischio dello sbaglio. La comunità ci aiuta a passare, ma per passare bisogna lasciare un pezzo di noi. 

Dopo il pranzo un breve tratto a piedi per spostarsi presso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme per la visita alle spoglie di Antonietta Meo, Nennolina, venerabile tanto cara a tutta l’AC ed in particolare all’ACR.

Il resto del pomeriggio è trascorso all’insegna dell’arte. 

Divisi in squadre e seguendo 2 itinerari, gli educatori d’Italia si sono sparpagliati per Roma alla ricerca di luoghi di “passaggio” storici, artistici e culturali

(“La crocifissione di San Pietro” e “La conversione di San Paolo” nella Chiesa di Santa Maria del Popolo, “La madonna dei Pellegrini”  nella Chiesa di Sant’Agostino, la “Cappella Contarelli” nella Chiesa di San Luigi dei Francesi) per poi fare ritorno per ora di cena a Sacrofano. Nella serata, “Terzo tempo”…un momento di musica e giochi. 

La domenica mattina ha permesso di tirare le fila del convegno con tre momenti salienti: la Celebrazione Eucaristica di don Francesco, i laboratori di condivisione con le squadre del giorno precedente e le conclusioni e i ringraziamenti di Annamaria.