Ore 07:30 sveglia (accidenti è tardissimo, perderò l’autobus!)
Ore 08:15 – 13:30 scuola (ci voleva il lockdown per farmi apprezzare la presenza dei miei compagni di classe!)
Ore 16:30 lezione di violino
Ore 18:00 corso di inglese
Ore 19:30 allenamento di pallavolo
Ore 21:00 incontro di Azione Cattolica in parrocchia
Ore 22:30 videochiamata con Marco (mio fratello che vive a Londra da due anni)
Questa potrebbe essere tranquillamente la giornata tipo di un giovane. Decisamente piena di impegni! E ogni tanto il “ma chi me lo fa fare!” viene spontaneo, perché con giornate così lo stress è scontato. La verità è che, nei nostri geni, oltre allo spirito di sopravvivenza, c’è anche una sete di progresso, inteso come meccanismo migliorativo: siamo tutti alla perenne ricerca di condizioni migliori di vita! È nel nostro DNA. Per questo siamo portati a sognare in grande! Anche se stiamo già bene e la nostra società non ci fa mancare nulla o quasi. “Lo sport fa bene, irrobustisce il fisico” e allora non può mancare nel planning della settimana, pure se in effetti, già di costituzione, siamo belli e forti. “Imparare le lingue è un investimento per il futuro”, già è proprio così, soprattutto perché da giovani si impara più in fretta. “La musica è vita”, i genitori ci tengono perché sin da piccoli abbiamo dimostrato di essere portati, e il maestro di musica è così gentile che poi ci aiuta pure a studiare gli spartiti per i canti che facciamo in parrocchia! Insomma, sembra tutto proprio necessario.. Viviamo in una delle società più libere e democratiche del mondo (lo possiamo ben dire!) eppure, ogni tanto, abbiamo quella fastidiosa sensazione di oppressione e pensiamo “beato Marco che vive da solo a Londra, non vedo l’ora di crescere e scappare all’estero pure io!”. La giovinezza è proprio il tempo dei sogni, e tutte le giornate sono in funzione della costruzione del futuro. Una grossa responsabilità, in effetti. Tutto sta nello scegliere bene in base alle nostre inclinazioni, non dobbiamo fare per forza lezioni private di inglese solo perché fan tutti così (forse a noi intriga di più il giapponese), o continuare a prendere lezioni di violino solo per far felici i genitori. Scegliere è faticoso, ma la vera missione della scuola (e siamo studenti ormai da parecchi anni!) è sviluppare il nostro senso critico: usiamolo per scegliere bene, per sentirci liberi nella costruzione del nostro futuro, per non arrivare a desiderare di scappare lontano da tutto e da tutti. Forse è vero che il lavoro all’estero è meglio retribuito, ma il timballo la domenica a casa della nonna è impagabile! Il nonno e la nonna racconteranno pure sempre le stesse storie, ma perché la società del benessere in cui viviamo oggi è frutto dei loro sacrifici. Anche se il mondo di oggi non è perfetto e le difficoltà in famiglia non mancano mai, difficilmente ci mancherà il piatto di pastasciutta sulla tavola. E se sappiamo che manca a qualcuno, è il momento di rimboccarci le maniche: spenderci per il prossimo, qui e ora, equivale a mettere insieme bei mattoncini per un futuro solido e ricco di soddisfazioni. Abbiamo la fortuna di poterci sentire liberi di sognare il futuro e allora facciamolo, sogniamo in grande, come hanno fatto al tempo loro il nonno e la nonna! Sognare è il “lavoro” dei giovani, va fatto con impegno e coraggio, tutto il resto è solo collaterale.